sabato 14 aprile 2018

Fabione e la Rev11


Il video delle "cinque giornate di Borgomanero":



Primi giri con la reV. Dirigersi verso il nuovo, un modo differente di andare in bici, metter da parte ciò che è noto per imparare, una esperienza appagante e divertente. All’inizio ero a via delle Rosette, approccio classico di spingermi coi piedi e poi senza metterli sui pedali saggiare la ciclistica, provare le reazioni allo sterzo. Strana in curva, il “culo” (licenza poetica) che si muove rispetto alla bici, disorientamento. La mente che si oppone a tutti questi movimenti strani, l’istinto di fare forza sul manubrio per raddrizzarli e ricondurli alla normalità, a ciò cui sono abituato. Forza contro forza, uomo contro bici, non ne esce nulla di buono.




Ma la bici se non la perturbo sa andare, inizio a sentirlo nel farla scorrere, lo intuisco, lo vedo con i miei amici che ci già ci pedalano e che sono “belli” da vedere, hanno un gesto armonioso e non di forza. E allora il cercare di sentirla e di non imporle comportamenti che non sono i suoi, di capire la sua personalità, il notare con sorpresa che non serrando le mani con forza sul manubrio lei va, sa andare, un po’ come si fa con una barca veloce sulle onde, dove la rotta va si impostata, ma poi bisogna anche lasciar fare allo scafo, altrimenti è solo energia sprecata e si dura poco. E quando inizio a pennellare le prime curve, procedendo quasi a passo d’uomo, è una magia. In tutto questo già inizio a percepire un’altra magia nella risposta della bici ai pedali: è connessione diretta, la ruota è un prolungamento dei miei muscoli e delle mie gambe.



Realizzo che tenendo le mani solo appoggiate al manubrio, senza serrarlo, pedalo meglio. Uso un rapporto leggero, in modo da esser leggero sulla ruota anteriore e sullo sterzo. E’ trascorsa una notte, il cervello ha elaborato, avrò sognato di pedalare. Con Marco abbiamo in programma di fare un giro sul lago Maggiore con la mia vecchia recumbent compagna di mille avventure. Marco mi suggerisce di fare prima un giro dell’isolato con la reV, per vedere come reagisco ad alcune modifiche che ha fatto la sera prima, ero un po’ lungo.



Iniziamo a pedalare, le sensazioni sono belle, la bici va libera, io mi sento bene, Marco credo lo percepisca, e allora senza concordare nulla tra noi al momento di svoltare nella direzione di casa ci dirigiamo verso delle stradine di campagna e continuiamo ad andare. Arriviamo fuori Borgomanero dove in uno spazio ampio inizio a percorrere dei larghi 8 con la bici, mi sembra di tornare all’epoca in cui imparavo a pilotare gli elimodelli.


Assaggio le reazioni della bici e le sensazioni del corpo, le memorizzo, le conservo dentro di me, cerco sempre di essere morbido in tutto quel che faccio, la soddisfazione e il divertimento toccano il cielo, la bici poi risponde ai pedali in modo diretto, generoso, sento nitidamente che è fatta per viaggiare, che è contenta quando la strada scorre sotto le sua ruote, non sento resistenza alla mia pedalata ma anzi mi chiede di continuare, di essere generoso, è pura magia.


Affrontiamo la prima salitella, piccolissima ma in un tratto anche un po’ arcigna e la reV mi fa capire che quello è il suo ambiente, va oltre ogni mia immaginazione, mi diverto come un bambino mentre il cuore va sempre piu’ veloce, i muscoli pulsano di vita e l’unico limite è il mio allenamento che già capisco con questa bici assumerà una connotazione diversa, sport puro.


Quando ci fermiamo nella piazzetta di un minuscolo borgo per prenderci un caffè, gli occhi di Marco e miei brillano di luce.

Fabio


1 commento:

Unknown ha detto...

Grazie Marco di mettere a disposizione questi mezzi. Grazie Fabio di queste parole che descrivono così bene quello che tanti di noI hanno provato. Chiedo di aggiungere ancora un post, o un commento a questo post,quando avrai accumulato più km e dovrai aggiornare e confermare queste iniziali sensazioni.
Adesso scappo, mi hai messo voglia di pedalare!